Welfare in gioco

Welfare in scena a cura di Giuseppe Rocco | Risparmio previdenziale

14 Aprile 2021

"Ha da passà 'a nuttata"
Filumena Marturano, Eduardo de Filippo
 

Come affrontare il persistente ottovolante dei mercati finanziari determinato dalla forte incertezza sulla ripresa economica dall’emergenza coronavirus?

Occorre far prevalere la sfera razionale su quella emotiva. Facile da dirsi ma difficile da praticarsi in un Paese come il nostro in cui il risparmiatore veniva bene definito da Luigi Einaudi come “Cuore di coniglio, gambe da lepre, memoria di elefante”.  

Quali sono i ragionamenti da condurre? 

Va evidenziato in primo luogo come le forme pensionistiche complementari sono investitori di medio-lungo periodo, portatrici di quello che la Covip definisce come “capitale paziente”.

La valutazione sulla efficacia della gestione va allora rapportata su intervalli temporali sufficientemente congrui, di tipo almeno quinquennale o decennale, e non sull’abbrivio del pessimismo o dell’ottimismo dell’istante. È utile ancora ricordare come, sia pur grave, la prolungata volatilità finanziaria non rappresenta una novità assoluta (solo negli anni Duemila è la terza crisi economica e finanziaria dopo il crollo delle Torri Gemelle nel 2001 e il default di Lehman Brothers nel 2008). Durante le precedenti crisi si sono verificate sostenute turbolenze finanziarie e oscillazioni negative, ma per effetto delle successive riprese del ciclo economico si è assistito ad un buon recupero delle quotazioni di mercato.

I fondi pensione sono soggetti poi ad una puntuale regolamentazione dei limiti di investimenti ai sensi del Decreto del Ministero della Economia e Finanza n. 166 del 2014, che impone loro di ottimizzare il rapporto rischio – rendimento complessivo dei portafogli gestiti in coerenza con gli obiettivi previdenziali degli aderenti.

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