Pensioni 2025: misure invariate e novità
Le misure per poter accedere alla pensione nel 2025 sono rimaste tendenzialmente quelle dello scorso anno, ma in alcuni casi sono state introdotte delle novità.
Pensione di vecchiaia
I requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia rimangono invariati fino al 31 dicembre 2026 e prevedono il raggiungimento di:
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67 anni e 20 anni di contributi in caso di lavoratori con contribuzione antecedente al 1° gennaio 1996
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71 anni in caso di lavoratori con contribuzione successiva al 1° gennaio 1996 e il cui importo pensionistico non supera la soglia dell’assegno sociale
Per questa misura non è prevista nessuna finestra di uscita, cioè il periodo di tempo che deve passare prima che venga effettivamente corrisposto il trattamento pensionistico.
Opzione donna
Opzione donna è stata prorogata anche nel 2025 con le stesse caratteristiche dello scorso anno.
Per accedervi è necessario che la donna che ne fa richiesta abbia raggiunto i 61 anni di età (60 anni con 1 figlio, 59 anni con 2 figli) e 35 anni di contributi. Le lavoratrici, però, per poter andare in pensione con Opzione donna, devono rientrare in uno di questi tre casi:
- essere una caregiver, che offre assistenza da almeno sei mesi a un familiare disabile grave
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avere un’invalidità superiore al 74%
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essere state licenziate o essere dipendenti di aziende in crisi (in questo caso devono avere 59 anni di età e 35 di contributi indipendentemente dai figli)
La finestra di uscita è 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 per le autonome.
Ape sociale
Anche nel 2025 è stato confermato l’Ape sociale, sussidio statale erogato fino al momento del pensionamento e a cui si può accedere raggiunta l’età di 63 anni e 5 mesi e con un’anzianità contributiva di:
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36 anni in caso di addetti a lavori gravosi
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32 anni in caso di operai edili, ceramisti, conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta
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30 anni in caso di lunga disoccupazione, invalidità superiore o uguale al 74%, assistenza a familiari di 1° grado con disabilità grave
Le donne possono ulteriormente ridurre il requisito contributivo di un anno se hanno un figlio e di due anni se hanno due figli.
Per l’Ape sociale non è prevista nessuna finestra di uscita.
Pensione anticipata
Anche nel 2025 le donne possono richiedere la pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contribuzione, mentre gli uomini possono ottenerla con 42 anni e 10 mesi.
Pensione anticipata contributiva e rendita del fondo pensione
Chi non ha contributi precedenti al 1996 può accedere alla pensione anticipata contributiva una volta raggiunti i 64 anni di età e se ha maturato almeno 20 anni di contributi.
La novità introdotta dalla legge di bilancio per il 2025 riguarda la possibilità, per i soggetti con i contributi posteriore al 1° gennaio 1996, di sommare la rendita maturata nei fondi pensione con quella Inps per raggiungere la soglia minima mensile necessaria per la liquidazione della pensione anticipata, che è pari a 3 volte l’assegno sociale (2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 volte per le donne con due figli).
L’importo dell’assegno sociale per il 2025 è di 538,68 euro, pari a 7.002,97 euro annuali.
Per poter accedere alla pensione anticipata contributiva usufruendo della previdenza complementare è necessario avere 25 anni di contributi, anziché i tradizionali 20 anni (30 anni dal 2030).
Quota 103
Confermata anche per il 2025 l’opzione di uscita dal lavoro prevista da Quota 103, la cui versione rimane identica a quella dello scorso anno.
In particolare, si può andare in pensione con Quota 103 se si hanno 62 anni di età e 41 anni di contributi (da maturare entro il 31 dicembre 2025). L’assegno pensionistico per chi sceglie opzione 103 viene calcolato interamente con il metodo contributivo e arriverà dopo 7 mesi se si lavora nel settore privato e 9 mesi se si lavora nel pubblico.
Bonus Maroni
Il Bonus Maroni prevede per i datori di lavoro di coloro che, pur avendo raggiunti i requisiti per accedere a Quota 103, decidono di rimanere a lavoro, l’esonero dall’obbligo di versare i contributi, ma solo per la parte che spetta al lavoratore. La cifra non versata a fini contributivi viene invece corrisposta direttamente al lavoratore, ma senza che questa somma formi reddito ai fini fiscali.
La legge di bilancio 2025 ha ampliato i destinatari della misura, che ora riguarda anche coloro che entro il 31 dicembre 2025 matureranno 42 anni e 10 mesi di contribuzione, se uomini, e 41 anni e 10 mesi di contribuzione, se donne.