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Opzione donna

20 Febbraio 2019

L’opzione che consente alle donne di accedere prima al pensionamento.

Opzione donna e ricalcolo della pensione

Nel 2004, con la riforma pensionistica apportata dal ministro del lavoro Maroni, venne introdotta la c.d. opzione donna, ossia un’opzione di accesso al pensionamento prevista per le sole donne, in via sperimentale fino al 2015, con requisiti ridotti rispetto a quelli previsti per tutti gli altri lavoratori.

La misura consentiva di accedere alla pensione con 35 anni di contribuzione al raggiungimento dei 57 anni di età (58 per le lavoratrici autonome). Tuttavia, questo accesso anticipato richiedeva alle lavoratrici di accettare un ricalcolo della pensione con il sistema contributivo.

Cosa comporta un ricalcolo della pensione con il sistema contributivo?

Il ricalcolo implica che la pensione sia totalmente legata ai contributi versati durante tutta la vita lavorativa, anche per gli anni di lavoro che di base potrebbero mantenere un calcolo retributivo (ossia la pensione è pari a circa il 2% degli ultimi redditi per ogni anno di anzianità). Per la gran parte dei lavoratori, un ricalcolo contributivo equivale a una riduzione della pensione conseguibile.

L’opzione donna, pur con le sue limitazioni, è stata richiesta da molte lavoratrici e nel tempo il legislatore ha prolungato tale possibilità seppure fosse ormai giunta a scadenza.

Chi può accedere all'opzione donna?

Il decreto che ha introdotto la quota 100 ha reso di nuovo accessibile l’opzione donna.

La misura richiede ancora un ricalcolo totale della pensione con il metodo contributivo e può essere richiesta dalle donne che presentino un doppio requisito che deve essere stato raggiunto entro il 31/12/2018:

  • 58 anni di età (quindi essere nate entro la fine del 1960) 
  • 35 anni di contribuzione effettiva

Laddove la lavoratrice abbia una contribuzione da lavoro autonomo, il requisito anagrafico sale a 59 anni di età (quindi bisogna essere nate entro la fine del 1959).

L’opzione ha sempre previsto delle finestre di uscita. In altre parole, dopo aver raggiunto i requisiti richiesti, la pensione non decorre effettivamente dal mese successivo, ma la donna deve attendere il passaggio di un periodo che corrisponde a 12 mesi, in caso di lavoro dipendente, e a 18 mesi, in caso di lavoro autonomo. Durante questo periodo non è necessario continuare a lavorare, sebbene la lavoratrice dovrebbe rinunciare a uno stipendio senza però poter accedere immediatamente alla pensione.

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