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Relazione Covip 2021: come sta la previdenza complementare?

20 Luglio 2022

Nel mese di aprile la Covip ha pubblicato sul suo sito la Relazione annuale 2021 sulla previdenza complementare.

Nonostante gli impatti della pandemia, il sistema si è dimostrato solido: il numero di iscritti ai fondi pensione è aumentato e i rendimenti sono stati positivi.

Anche nel 2021, in continuità con la tendenza già in atto negli anni precedenti, continua a ridursi il numero di fondi pensione esistenti. Se ne contano 349, ventitré in meno rispetto al 2020, così ripartiti:

  • 33 fondi negoziali
  • 40 fondi aperti
  • 72 PIP (piani individuali pensionistici
  • 204 fondi preesistenti

Iscritti e posizioni

Gli iscritti ai fondi pensione nel 2021 superano gli 8,7 milioni, in aumento del +3,9% rispetto al 2020.

Le nuove adesioni sono 664 mila e una buona parte (16.900) sono legate al conferimento tacito del Tfr attraverso il meccanismo del silenzio - assenso.

Adesione tacita

Il lavoratore neoassunto ha sei mesi di tempo per decidere se tenere il Tfr in azienda o se versarlo ad un fondo pensione. Passati questi sei mesi, se non ha scelto niente, il suo Tfr viene automaticamente versato al Fondo pensione di categoria indicato dal suo CCNL

 

Dal 2007, anno di istituzione di questo meccanismo, le adesioni tacite, legate ad una mancata scelta esplicita della destinazione del Tfr, sono state quasi 344 mila.

Tra le nuove adesioni ai fondi negoziali ci sono anche le cosiddette adesioni contrattuali (218 mila), previste per alcuni Ccnl come quello edile, che prevedono l’apertura di una posizione nel fondo pensione grazie ad un contributo annuale del datore di lavoro.

Molto diffuso, e il 2021 non fa eccezione, è il fenomeno delle adesioni multiple ai fondi pensione. Spesso una stessa persona è iscritta a due o addirittura a più fondi pensione e per questo il numero di posizioni attive, che nel 2021 supera i 9,7 milioni, è superiore a quello degli iscritti.

Composizione degli iscritti

La maggior parte degli iscritti sono uomini, pari al 61,8% del totale. La percentuale di donne iscritte è inferiore a quella degli uomini a causa della  minor partecipazione al mercato del lavoro e ai salari più bassi rispetto ai colleghi uomini.

La metà degli aderenti, il 50,3%, ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, il 17,8% ha meno di 35 anni e il 31,9% ha almeno 55 anni. La maggior parte degli iscritti risiede al nord (57,2%), al centro vivono il 19,7% degli aderenti e al sud il 22,9%.

La maggior parte degli iscritti, 6,2 milioni, sono lavoratori dipendenti, gli autonomi sono 1,1 milioni, mentre tutti gli altri iscritti, tra cui i fiscalmente a carico, coloro che continuano a rimanere iscritti anche se hanno perso i requisiti di partecipazione o hanno raggiunto l’età e i requisiti per il pensionamento, sono 1,3 milioni.

La partecipazione alla previdenza complementare della “forza lavoro”, che comprende gli occupati e tutti coloro con più di 15 anni che sono in cerca di lavoro, è del 34,7%. In particolare:

  • 15 - 34 anni del 23,9%
  • 35 - 44 anni del 30,8%
  • 45 - 54 anni del 34,9%
  • 55 - 64 anni del 45,1%

Tra i lavoratori autonomi, il 7,1% ha meno di 35 anni, mentre gli ultracinquantenni sono il 43,4%. Tra i dipendenti il 16,2% ha un’età inferiore ai 35 anni e il 28,6% ha più di 50 anni.

Risorse, rendimenti e linee di investimento

I contributi versati nel 2021 sono oltre 17 miliardi (quasi 5,8 miliardi dai fondi negoziali). Le uscite, tra cui anticipazioni, riscatti, RITA, rendite, prestazioni in capitale, sono 11,4 miliardi, in aumento rispetto al 2020.

Il contributo medio versato è di 2.790 euro, ma circa 2,3 milioni di iscritti, pari al 26,8% del totale, non ha effettuato nessuna contribuzione nell’anno.

I rendimenti nel 2021 sono stati complessivamente positivi per tutte le tipologie di fondi pensione.

I profili di investimento scelti sono prevalentemente garantiti (39,5%) e bilanciati (39%). Gli iscritti più giovani preferiscono i comparti più dinamici, mentre i più anziani, più vicini al pensionamento, prediligono quelli meno rischiosi. In accordo con la logica life cycle, la scelta di comparti meno rischiosi cresce all’aumentare dell’età degli iscritti. 

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